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Decaffeinato, ma buono!

 
 

Un buon caffè ogni volta che vuoi? È possibile, con un buon caffè decaffeinato da alternare al caffè “normale”: il piacere di una pausa di gusto, senza troppa caffeina.

Come mai, allora, se ne consuma ancora così poco? Il motivo sta nel fatto che, purtroppo, la delusione in tazza resta assai frequente e diffusa.

Il caffè decaffeinato Intenso è così buono e apprezzato perché la qualità in tazza dipende sempre, innanzitutto, dalle materie prime utilizzate e Intenso conosce e seleziona da sempre le migliori qualità di caffè verde, perfettamente tostate da impianti all’avanguardia guidati da un sapere artigianale antico.

Un gusto che non è possibile distinguere dal caffè “normale”, un piacere restituito all’assaggio come assolutamente equivalente perché il processo di decaffeinizzazione, gestito con competenza, nulla toglie al gusto e all’aroma.

Per essere definito “decaffeinato” il caffè deve contenere meno dello 0,1% in caffeina, attraverso un procedimento che prevede metodi differenti tra loro, a seconda del solvente utilizzato: acqua, acetato di etile, anidride carbonica o diclorometano. Qualunque sia il procedimento, l’unico effetto è l’eliminazione della caffeina, senza residui di solvente e quindi un decaffeinato senza controindicazioni per la salute.

Il diclorometano è il solvente più diffuso e, con il diacetile, quello guardato con maggior sospetto, sebbene sia molto facile da eliminare con vapore acqueo e molto volatile (evapora a soli 40°C). Con il diclorometano è possibile anche decerare il caffè, privarlo cioè delle cere naturalmente presenti sulla parte superficiale del chicco, che risultano scarsamente digeribili per alcuni. Ragione per cui contro gastrite e reflusso il caffè decaffeinato è fortemente consigliato.

L’acqua è di certo il miglior solvente possibile, ma è meno selettivo e il più invasivo perché elimina anche alcune sostanze aromatiche idrosolubili: diverse sono però le strategie per limitare questa perdita, tra le quali il “reincorporo” cioè la reintroduzione di queste sostanze volatili.

L’uso dell’anidride carbonica è probabilmente il più efficace, la CO2 ha capacità estrattive molto selettive, ma necessita di macchinari complessi e livelli di pressione molto elevati per raggiungere il necessario stato supercritico. Non utilizzare solventi è un evidente vantaggio e inoltre gli aromi non subiscono danni.

Metodi simili sono usati anche per decaffeinare il tè e il cacao, che pure contengono caffeina (una tazza di caffè ne contiene 100 milligrammi, una di tè 40 e una di cioccolata 20), ma anche per realizzare burro senza colesterolo o per estrarre l’essenza dai fiori di luppolo, usati nell’industria per aromatizzare la birra.

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